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La Comunità intorno a Maria
Venerdì 6 dicembre la Comunità si è radunata intorno a Maria per la Preghiera Comunitaria.
Ecco tutte le preghiere che abbiamo condiviso
«una Chiesa tra le case»
Venerdì 6 dicembre la Comunità si è radunata intorno a Maria per la Preghiera Comunitaria.
Ecco tutte le preghiere che abbiamo condiviso
Il tempo dell’Avvento, che tiene insieme la fede nel “già” della prima venuta del Salvatore e l’attesa del “non ancora” dell’ultima venuta del Signore, nell’imminenza del Giubileo ordinario del 2025, è un’occasione propizia per riscoprire il senso vero della speranza cristiana, che «non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino» (Francesco, Spes non confundit, n. 3). L’Avvento, infatti, è pervaso dalla consolante evidenza che Dio, che ricorda le sue promesse e dimentica le nostre colpe, è sempre pronto a ricominciare e a portare avanti il suo disegno di salvezza. [CEI, Ufficio Liturgico Nazionale]
E con l'Avvento, il tema della speranza si fa concreto, anche nel repertorio dei canti.
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Avremo - oltre al 'foglietto digitale', presente on line sul sito - anche il tradizionale foglietto cartaceo: entrambi raccolgono una scelta di canti che abbraccia il moderno e la tradizione, pensando alla tipologia delle nostre assemblee comunitarie.
I canti di ingresso ci invitano ad "innalzare lo sguardo" verso il Signore che viene. Una proposta è del Maestro Francesco Buttazzo, con ritmi più moderni, ed una proposta della tradizione, tratta dal repertorio diocesano Nella casa del Padre.
La litania del Kyrie eleison ci pone di fronte la misericordia del Signore.
Il canto del Lucernario Si accende una luce, con l'accensione progressiva delle candele della corona d'Avvento, ci conduce - domenica dopo domenica - alla gioia del Signore che si fa bambino e viene ad abitare in mezzo a noi.
I Salmi responsoriali sono tratti dal repertorio proposto dalla Conferenza Episcopale Italiana nel Sussidio di Avvento da poco pubblicato, e scritti nel 2024 dal Maestro don Alberto Miggiano; li impareremo ogni domenica alle Prove di Assemblea, 10 minuti prima della celebrazione.
L'acclamazione al Vangelo, composta dal Maestro Omar Caputi, organista titolare del santuario di Santa Rita, fin da ora ci mostra la luce della Notte di Betlemme.
Per la Presentazione dei doni proponiamo un raccolto sottofondo musicale.
Il Santo, del Maestro mons. Marco Frisina, semplice e solenne acclama a Dio; l'Anamnesi (Mistero della fede) ci fa invocare il Signore che viene.
Il canto dell'Agnello di Dio è di mons. Antonio Parisi, e lo cantiamo già da qualche domenica, proprio per essere "già pronti".
Anche i canti per la Comunione uniscono due anime, una più recente ed una della tradizione. Due, sempre del Maestro Parisi e di suor Anna Maria Galliano (Ti aspetto possiamo ripassarlo qui: TI ASPETTO e Vieni Signore Gesù) ci mettono in cammino attivo verso la grotta di Betlemme. Un inno il primo canto ed una grande litania il secondo, mostrano lo stupore dell'attesa e l'invocazione dell'incontro con il Signore.
Anche i canti del repertorio diocesano Vieni tra noi e Vieni, o Signore ci aiutano ad invocare la venuta del Salvatore.
Il canto finale, di don Fabio Massimillo, ci introduce al tema del Giubileo 2025 PELLEGRINI DI SPERANZA che è alle porte; il canto, composto nel 2011, ci invita a cercare il Signore, 'mia speranza, mia forza e giustizia'.
Il Signore ci accompagni nel Tempo di Avvento che è alle porte.
E noi possiamo prepararci, anche con il canto, a celebrare pienamente l'incontro con Lui.
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Il cammino della Pasqua
Sta per iniziare / È iniziata la Quaresima, Tempo liturgico che ci guida sul cammino della Pasqua: con il digiuno, il silenzio, la Parola di Dio e la preghiera, la conversione.
“Tutta la liturgia delle domeniche di Quaresima ci invita a prendere coscienza del "circolo virtuoso" che collega l'esperienza della misericordia divina alla nostra conversione, la quale, a sua volta, si traduce nella nostra concreta azione di misericordia nei confronti dei fratelli e delle sorelle. In altre parole: sperimentato l'amore misericordioso di Dio, diventiamo capaci di amare gli altri.” (cfr. Ufficio Liturgico Nazionale, CEI, Guida al Tempo di Quaresima 2024)
Nel proporre il repertorio dei canti che ci aiuteranno a pregare, vi proponiamo alcune sottolineature affinché anche il Canto e la musica debbano ‘vivere il loro momento di Quaresima: momento di riflessione e di deserto.’ certi che ‘ci occorrono canti che colorino una stagione liturgica’ (don Antonio Parisi) :
- accanto all’ormai ‘tradizionale’ foglietto dei canti digitale, che troveremo sul sito parrocchiale, proponiamo anche il classico foglietto cartaceo;
- la scelta dei canti è rivolta a due tipi di assemblee: quella festiva e/o con il Coro, dove si propongono canti (già usati lo scorso anno!) più recenti, e quella feriale, dove vi è un repertorio più tradizionale: entrambe le scelte sono volte a fare cantare tutta l’assemblea!;
- il Gloria non si canta e l’Alleluia è sostituito da una lode al Signore, evitando quindi di anticipare la gioia della Pasqua: ‘È la bellezza della sospensione’.
- le melodie, semplici ed essenziali rispetto agli altri tempi liturgici, aiuteranno i fedeli a immergersi nel "digiuno" quaresimale, espresso anche dalla essenzialità della liturgia di questo tempo. (cfr. ULN CEI, Guida ….)
- sarà valorizzato in canto l’Atto penitenziale, nella II forma Pietà di noi Signore… seguito dal canto del Kyrie;
- il Simbolo della fede, il Credo, viene proposto nella forma apostolica (come suggerisce il Messale: In luogo del Simbolo niceno-costantinopolitano, si può utilizzare, specialmente nel Tempo di Quaresima e nel Tempo Pasquale, il Simbolo battesimale della Chiesa romana, detto «degli apostoli»), intervallato da un breve ritornello cantato;
- il canto alla presentazione dei doni e il canto finale vengono omessi, proprio per immergere i fedeli, tramite il silenzio, nel clima penitenziale e di digiuno di questo tempo liturgico. (cfr. ULN CEI, Guida ….)
Ecco, infine qualche coordinata per meditare meglio il canto di ingresso: Chi mi seguirà, di A. M. Galliano – A. Parisi.
Un canto adatto ad aprire una celebrazione domenicale del tempo di quaresima, che assume in sé le 4 funzioni caratteristiche che l’Ordinamento generale del Messale Romano assegna al canto d’ingresso: dare inizio alla celebrazione, favorire l’unione dei fedeli riuniti, introdurre nel mistero del tempo liturgico, accompagnare la processione.
Il testo è formato da un ritornello e tre strofe. Nelle strofe il Signore chiama il discepolo a seguirlo nel cammino della Pasqua, della croce, della vita. Le domande vengono ripetute nella seconda parte della strofa: chi mi seguirà sulla strada del regno, sulla via della gloria, sul sentiero della casa.
E il Signore risponde e assicura la meta del cammino dietro a lui: sarà tra i miei amici, tra i miei discepoli, tra i miei fratelli. Poi l’unica conclusione delle tre strofe: con lui io farò la mia Pasqua. Il cammino quaresimale non si ferma alla Croce, ma il suo punto di arrivo è la Pasqua.
Il testo del ritornello è la risposta corale del popolo che vuol seguire con gioia (tonalità maggiore della musica) il Signore e chiede di essere guidato nei propri passi con la sua parola; e conclude con forza: noi verremo con te.
È un testo vigoroso e profondo che indica i temi propri della Quaresima; un testo semplice, comprensibile, ma poeticamente ricco e armonioso. Una relazione dialogante tra il Signore e il suo discepolo; un incontro importante con parole che scaturiscono dal cuore.
La melodia della strofa evidenzia bene il testo e lo esalta sempre più aumentando di intensità, facendo salire sempre più in alto la melodia.
(https://www.donantonioparisi.it/chi-mi-seguira-don-antonio-parisi-a-m-galliano-quaresima/#)
Scarica il Foglietto dei Canti di Quaresima
Leggi anche: L’Atto Penitenziale: un focus sulla Quaresima che proietta alla Pasqua!
VIA CRUCIS
per le vie del Borgo , da S. Donato a S. AlfonsoSCARICA IL TESTO DELLA PREGHIERA
Vegliate! è il richiamo del Vangelo di questa prima domenica di Avvento 2023, tempo di riflessione e di preparazione alla venuta del Messia.
È un tempo particolarmente caro alla pietà popolare che nel corso dei secoli ha mantenuto viva questa memoria e lo ha reso evidente non solo nella Liturgia che ne celebra il significato originario, ma anche nell’allestimento del presepe, della corona d’Avvento, degli alberi di Natale sempre più riccamente adornati.
È questo un tempo propizio in cui i valori ed il vocabolario della tradizione cristiana resistono ancora alla corrosione linguistica ed a quella delle proposte commerciali e diventano l’occasione per richiamare anche i cuori più tiepidi a fruire del calore che promana dal mistero del Natale.
“La pietà popolare, per la sua comprensione intuitiva del mistero cristiano, può contribuire efficacemente alla salvaguardia di alcuni valori dell’Avvento (…); l’attesa della nascita del Salvatore la rende sensibile al valore della vita e al dovere di rispettarla e di proteggerla fin dal suo concepimento; essa intuisce pure che non si può che non si può celebrare il Natale del Signore se non in un clima di sobrietà e di gioiosa semplicità e con un atteggiamento di solidarietà verso i poveri e gli emarginati” (Direttorio su pietà popolare e Liturgia, n. 105).
Ecco quindi che nelle nostre case e nelle chiese trovano nuovamente posto presepi, alberi e corone d’Avvento: abbiamo bisogno di ritrovare qualcosa di straordinario che dia senso alla nostra quotidianità, che la attraversi e la trasformi in qualcosa di bello e desiderabile!
“La corona di Avvento, con il progressivo accendersi delle sue quattro luci, domenica dopo domenica, fino alla solennità del Natale, è memoria delle varie tappe della storia della salvezza” (Direttorio..., n. 98).
Tra le avversità della vita abbiamo bisogno di speranza, pace, gioia ed amore!
Non attendiamo solo una nascita ma - forse non del tutto consapevoli - anche il ritorno di Gesù! La disposizione circolare delle candele rispecchia perciò questa duplice speranza. La fiamma, infatti, ci richiama l’attesa della luce che mai si spegne e che squarcia il buio della notte dell’umanità nella quale irrompe.
Il muschio ed i rami di abete richiamano la natura, da sempre partecipe dei riti più importanti legati al ciclo della vita e presenti fin dall’antichità nei culti e nelle mitologie pagane, evocano infine l’eternità della vita, rimandando sia all’albero di vita presente nel giardino dell’Eden (Gn 2,9) sia a quello della croce.
Nella gestualità rituale e ripetitiva di questa tradizione natalizia, possiamo perciò trovare un terreno fecondo di opportunità: quella di lasciarci affascinare dallo stesso stupore che colse pastori e Re Magi alla presenza del Messia; quella di ribadire la sacralità della vita come dono da accogliere, proteggere e difendere; quella di riscoprire i valori della cura e della solidarietà; quella di valorizzare un tempo in cui fare spazio per ciò che davvero è essenziale per tutti noi: nutrire, attraverso la Parola, la fiducia e la speranza in una nuova umanità!
Maria, nostra patrona e madre della speranza sia nostro sostegno e guida nella vigile attesa di Colui che attendiamo e che ritornerà alla fine dei tempi.