«una Chiesa tra le case»

CERO2022Cantiamo al Signore risorto
che ha vinto la morte,
la sua gloria risplende nel cielo
e fa gioire la terra.

 

 

 

 

 

 Una piccola guida per provare i canti insieme.

 

Il Tempo di Pasqua è il tempo della gioia perché Cristo è risorto veramente, è il tempo del canto e della musica che arricchisce maggiormente la celebrazione eucaristica.

Il canto di ingresso, tratto dal repertorio del Rinnovamento nello Spirito, e scritto da Claudia Giottoli, loda il Signore della vita che ha vinto la morte. Morte dov'è la tua vittoria? Paura non mi puoi far più!

Rit. Cristo è risorto veramente, alleluia!
Gesù il vivente qui con noi resterà.
Cristo Gesù, Cristo Gesù
è il Signore della vita.

 

Il Tempo di Pasqua ci conduce fino alla Pentecoste, quando lo Spirito Santo si effonde sui Discepoli, e nasce la Chiesa. È la Chiesa del Risorto, che nasce dalle piaghe del Crocifisso Risorto. Nel canto di Mons. Marco Frisina, cantiamo la Chiesa, che nasce dalla Croce, che vive della Pasqua, che annuncia il Vangelo e che è mandata per il mondo ad annunciare la salvezza!

Rit. Dal Crocifisso Risorto
nasce la speranza,
dalle sue piaghe la salvezza,
nella sua luce noi cammineremo,
Chiesa redenta dal suo amore.

 

Il Tempo di Pasqua fa risuonare il canto dell'Alleluia, che si ripete e domina la celebrazione nella lode a Dio. Lo incontriamo non solo nell'acclamazione al Vangelo, ma anche come intercalare dei canti o come ritornello. Il Canto della risurrezione, di Mons. Frisina, con solennità ci fa acclamare al Re della gloria che viene a salvare le genti: la sua gloria risplende nel cielo e fa gioire la terra. Alleluia!

CANTO DELLA RISURREZIONE

 

Il Tempo di Pasqua è il tempo della gioia di Maria, Madre di Dio, per la resurrezione di Suo Figlio Gesù Cristo. Il canto del Regina coeli, Regina dei cieli, risale al XII secolo ed è stato introdotto nel Tempo Pasquale da papa Benedetto XV nel 1742.

Regina dei cieli, rallégrati, alleluia:
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi,
alleluia, alleluia, alleluia!

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Quest'anno l'altare della Reposizione è stato allocato nello spazio dell'altare dedicato al S. Cuore. Alzando lo sguardo, sulla volta campeggia la scritta latina "Fons aquae salientis in vitam aeternam": Gesù è fonte  di acqua ristoratrice per la vita eterna.  L'acqua che fuoriesce dall'anfora adagiata sulla parte sinistra dell'altare ha fatto crescere le spighe del campo ed i grappoli della vigna che ci hanno dato il Pane ed il Vino della Vita nuova. 

La stola adagiata sull'inginocchiatoio insieme al catino ed alla brocca sono il richiamo a questa fonte traboccante di bontà e di amore che oggi e sempre si rinnova nel sacrificio eucaristico.

Il drappo che disvela il cuore di Gesù vuole richiamare lo strappo del velo del tempio (Mt. 21,15):  la Terra continua ad essere scossa dal terremoto della guerra ma i raggi della luce che sgorga dal Cuore di Gesù e quelli che filtrano dalle vetrate del transetto ad illuminare l'altare sono, insieme con i fiori, un preludio di gioia e di vittoria (le palme ne simboleggiano il significato).

Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri ma non è rimasto al di là della cortina che separava, nel Tempio, il luogo Santo e quello Santissimo, ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo (il catino e la brocca ce lo ricordano) e, umiliandosi, si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,5-11).

Cuore di Gesù, nel mistero eucaristico "centro vivo irradiante ogni cosa" facci un cuore ed un'anima sola e rendi la tua Chiesa  segno di alleanza nella carità!

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